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Hai firmato il progetto?
Il cliente firma le tavole del progetto esecutivo? difficile poi sostenere che il rapporto professionale non è in corso e che la prestazione non è stata accettata.
La Cassazione (sent. 9637/2013) ha rinviato al giudice di merito la sentenza che aveva accolto solo in parte la domanda di un gruppo di architetti ritenendo non dovuto l’onorario per la redazione del progetto esecutivo, e questo perché non era stato dimostrato di aver elaborato e consegnato al Comune il progetto prima dell’avvenuta risoluzione del rapporto.
La Cassazione ha accolto la domanda degli architetti, affermando che la circostanza che le tavole di progetto portavano la firma del cliente rappresenta un elemento probatorio potenzialmente decisivo per dimostrare che la relativa prestazione era stata accettata, con conseguente diritto del professionista al pagamento del compenso previsto.
Successione legittima e diritto di abitazione del coniuge
La recentissima sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione (n. 4847 del 27 febbraio 2013) chiarisce che (anche) nel caso di successione legittima il diritto del coniuge del de cuius di abitare la casa e usare i mobili si aggiunge alla quota spettante ex artt. 581-582 c.c.
Le SS. UU. hanno quindi ritenuto che questo diritto debba essere considerato – all’atto pratico – una sorta di prelegato e perciò stralciato dall’asse ereditario prima di procedere alla divisione fra tutti i coeredi secondo le norme della successione legittima.
Sin qui, si potrebbe dire, nulla di strano, in quanto la migliore dottrina e la giurisprudenza più recente erano in tal senso orientate: il problema nasce invece al momento della pratica determinazione del valore di questi diritti.
Trascurando per semplicità il valore del diritto d’uso dei mobili, che nella più parte dei casi potrebbe ragionevolmente coincidere con il loro valore venale (fatta salva l’ipotesi di mobili e arredi di particolare valore antiquario) il problema rappresentato dalla corretta stima del valore del diritto di abitazione è ben noto.
Stima non semplice, che più spesso di quanto si creda viene erroneamente ridotta ad una valutazione di tipo tributario, con ciò ledendo, nella più parte dei casi, i diritti dei coeredi.
E quindi: l’estimo successorio è materia complessa, per le implicazioni che comporta e che incidono sui rapporti più profondi fra le persone; per questo è indispensabile affidarsi alla professionalità di estimatori esperti.
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CTU: può essere mezzo di prova
In dottrina la CTU (consulenza tecnica d’ufficio) non rappresenta mezzo di prova ma è funzionale alla valutazione della stessa.
Su questo punto la Cassazione (sentenza n. 2663 del 5 febbraio 2013) ha però aperto uno spiraglio interessante affermando, in sostanza, che la CTU rappresenta una fonte oggettiva di prova quando si risolve nell’accertamento di fatti rilevabili unicamente con l’ausilio di specifiche cognizioni o strumentazioni tecniche.
E quindi se la CTU è l’unico strumento per accertare la verità processuale, allora può ben essere assunta dai giudici del merito a fonte di prova, ha considerato la III sezione della Suprema Corte, rinviando la causa alla Corte d’Appello.
Nel caso di specie si trattava di una causa promossa da una proprietaria nei confronti del condominio, per infiltrazioni d’acqua la cui causa era stata scoperta dal consulente; la Corte aveva invece sancito la nullità della CTU perché il professionista non si era limitato ad accertare l’esistenza del danno ma aveva esteso l’indagine sino a scoprirne la causa.
Rendita catastale in ritardo? chi ha avuto ha avuto ha avuto…
Anche se ha attribuito la rendita catastale dopo anni, l’Agenzia del Territorio non deve risarcire il contribuente che ha pagato un importo maggiore sulla base dei valori contabili e questo perché l’attribuzione di rendita non è mai retroattiva.
Lo ha ribadito la Corte di cassazione che con la sentenza n. 1594 del 23 gennaio 2013 ha respinto il ricorso di una società che aveva pagato l’Ici su diversi capannoni industriali, appunto sulla base di valori contabili, perché la rendita era stata attribuita solo molti anni dopo la richiesta.
Insomma, nel caso di un fabbricato della cat. D, mentre prima della richiesta di rendita il proprietario è tenuto ad applicare il regime del valore contabile, dopo questa può doversi trovare a pagare una somma maggiore (se accertato in tal senso) ma anche a dover pagare una somma minore, e quindi chiedere il rimborso, nei termini di legge, di quanto pagato in più.
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Privacy nel parcheggio? ma no!
Telecamere nel parcheggio comune? si può, anche senza l’ok dell’assemblea.
La Cassazione (II sez. – sent. n. 71 del 3/1/2013) ha ritenuto che un condòmino possa installare, senza il preventivo consenso dell’assemblea, una telecamera nel parcheggio oggetto di furti, con diritto al rimborso delle spese sostenute.
Non c’è violazione della privacy perché l’area condominiale destinata a parcheggio, trattandosi di luogo destinato all’uso di un numero indeterminato di persone, è esclusa dalla tutela di cui all’art. 615 bis cod. pen.
Successione: attenti agli immobili
Una successione non è mai un evento piacevole, anche se è nella natura delle cose, e spesso viene vista come una pratica da sbrigare il prima possibile.
In realtà è un’ottima occasione per verificare se l’immobile/i compreso nella successione è in regola non solo catastalmente ma anche dal punto di vista urbanistico-edilizio.
Scoprire in quel momento la necessità di una regolarizzazione è senz’altro meno problematico che in occasione di una vendita, quando anche solo un piccolo ritardo potrebbe far saltare un accordo già raggiunto o provocare il pagamento di penali.
Certo, questo implica che in occasione di una successione ci si rivolga a chi ha conoscenze e capacità per poter esaminare anche questo aspetto: ad esempio, il geometra!
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Rivalutazione terreni agricoli ed edificabili
La legge di stabilità 2013 (art. 1 comma 473) ha riaperto i termini per la rivalutazione del costo di acquisto di terreni agricoli e edificabili posseduti alla data del 1° gennaio 2013.
Il termine per l’asseverazione della perizia e per il versamento dell’imposta sostitutiva del 4% (o della prima rata) è fissato al 30 giugno 2013; nel caso di rivalutazione ripetuta dei medesimi beni è possibile detrarre l’imposta già versata nelle precedenti rivalutazioni.
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Attenti con le finestre
Un tale sostituisce le finestre con infissi che si aprono all’esterno, direttamente sulla terrazza del fabbricato attiguo e il vicino naturalmente si arrabbia; verrebbe voglia di solidarizzare.
Però, secondo la Cassazione (sent. 17680/12) il proprietario della terrazza non può ottenere la rimozione dell’opera se gli sporti sono collocati a un’altezza tale da escludere ogni pericolo per chi occupa l’area, essendo escluso che si configuri una servitù passiva derivante dal montaggio di infissi, che prescinde dal relativo diritto di veduta.
E allora il proprietario della terrazza dovrà rassegnarsi ai battenti che sporgono nella sua proprietà, in quanto non possono essere fonte di danno per chi si muove sul terrazzo, considerato che le finestre sono poste ad altezza molto superiore a quella di una persona adulta.
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Ma dov’è ‘sto confine?
Le mappe catastali sono un criterio sussidiario per l’azione di regolamento di confini, che può essere definita dal giudice mediante i rilievi compiuti sul terreno e sulla base del piano regolatore.
Lo dice la Cassazione con la sentenza n. 19093 del 6 novembre 2012, in cui ha respinto il ricorso di un proprietario che lamentava una costruzione edificata a soli m 4,50 metri dalla sua, in violazione delle norme comunali.
In realtà questa è una decisione conforme a tante altre, le quali ribadiscono che il giudice ha un ampio potere di scelta e di valutazione dei mezzi probatori acquisiti al processo, e che le indicazioni delle mappe catastali costituiscono un sistema di accertamento di carattere meramente sussidiario, rilevante solo in assenza di altri elementi idonei alla determinazione del confine.
E quindi?
Quindi, in casi del genere, prima di andare dall’avvocato è utile affidarsi ad un geometra esperto, meglio se perito del Tribunale, che sappia valutare tutti gli elementi prima di mettere mano alla verifica delle mappe; così si potrà evitare di promuovere una costosa azione giudiziaria basata su presupposti insufficienti.
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